“Lo stato attuale della finanza locale è il combinato disposto della mancata attuazione della legge 42 del 2009 e degli interventi correttivi che si sono succeduti dopo l’aprile 2011. Questo sistema non si regge, non scioglie i molti nodi esistenti tra i livelli statale e periferico e, soprattutto, lascia pochi margini di manovra ai Comuni”. Lo ha detto il direttore di Ifel Pierciro Galeone, aprendo i lavori pomeridiani della VI Conferenza sulla Finanza e l’Economia locale, organizzata da Anci e Ifel e dedicati al futuro della Finanza locale ed agli scenari da costruire.
Galeone ha sottolineato che “dalla riforma del titolo V del 2001 fino alla legge 42 si era comunque trovato una conciliazione dei potenziali conflitti”. Questo riconoscendo, “da un lato, autonomia di spesa ed entrata ai Comuni e dall’altro il diritto di cittadinanza nazionale attraverso un meccanismo di perequazione che viene incontro alle comunità con minore capacità fiscale”.
Ma a partire dal decreto Monti dell’aprile 2011 “lo Stato ha messo mano alla finanza locale con una sorta di ‘patrimoniale’ sull’entrata principale dei Comuni. Un intervento cui si sono aggiunti tutti i decreti successivi che hanno tagliato i trasferimenti statali convogliando il risanamento finanziario dai Comuni verso il bilancio statale”.
Secondo il direttore di Ifel a provocare l’attuale complesso scenario sono state norme che “avrebbero dovuto contenere solo numeri ma che invece hanno riscritto l’intero sistema di finanza locale, fino a capovolgerne i presupposti. Come accaduto - ha spiegato – per il meccanismo di perequazione che da verticale che era si è progressivamente spostato verso una impostazione orizzontale”. (gp) - da www.anci.it