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La liquidabilità degli incentivi tecnici

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La Corte dei conti ritiene che la liquidabilità degli incentivi tecnici è subordinata all’adozione da parte dell’Ente del previsto regolamento.

Notizie e documenti sull'argomento sono disponibili, per gli Associati, nel menù: Gestione dell'ente-Personale

La distribuzione della ricchezza

 Tra il 2014 e il 2016 la ricchezza netta degli italiani è diminuita del 5%, decremento dovuto quasi interamente al calo del prezzo delle case. E' uno dei dati dell'indagine della Banca d’Italia sui bilanci delle famiglie nel 2016 che evidenzia anche come aumentino le fasce più deboli della popolazione: circa un quarto è a rischio povertà e una crescita notevole del rischio povertà si è avuta anche al nord (dall'8,3% al 15%). Aumenta il numero di individui che hanno un reddito equivalente inferiore al 60% di quello medio, che in termini reali significa avere un reddito pari a circa 830 euro mensili. Questa quota è salita al 23% dal 19,6% del 2006. Nel caso degli immigrati l'incidenza è salita dal 34% al 55%.

Secondo l'indagine della Banca d'Italia, il 30% dei giovani rischia di diventare povero. Il dato è allarmante: in dieci anni il rischio povertà si è spostato drasticamente sui giovani e le giovani famiglie - i cosiddetti working poors, i lavoratori poveri, quasi un paradosso. Nel 2006 infatti solo il 23% degli under 35 era a rischio povertà, dopo dieci anni, nel 2016, si registra un 29,7%. Ancora peggio per i capofamiglia tra i 35 e i 45 anni: siamo passati dal 19% al 30%. Nello stesso arco temporale per gli over 65 la situazione è invece migliorata: dal 20% al 15,7%.

Nel 2016 il 5% del ricchi in Italia deteneva il 30% della ricchezza complessiva. Sempre secondo l'indagine di Bankitalia sui bilanci delle famiglie:"la quota di ricchezza netta detenuta dal 30 per cento più povero delle famiglie, in media pari a circa 6.500 euro, è l’1 per cento; tre quarti di queste famiglie sono anche a rischio di povertà. Il 30 per cento più ricco delle famiglie, di cui solo poco più di un decimo è a rischio di povertà, detiene invece circa il 75 per cento del patrimonio netto complessivamente rilevato, con una ricchezza netta media pari a 510.000 euro. Oltre il 40 per cento di questa quota è detenuta dal 5 per cento più ricco, che ha un patrimonio netto in media pari a 1,3 milioni di euro".

Le famiglie italiane disponevano in media di una ricchezza netta, costituita dalla somma delle attività reali e di quelle finanziarie, al netto delle passività finanziarie, di circa 206.000 euro (218.000 euro nel 2014). Il valore mediano, che separa la metà più povera delle famiglie dalla metà più ricca, spiega ancora Bankitalia, era significativamente inferiore (126.000 euro, da 138.000 euro nel 2014).

“È aumentata la disuguaglianza nella distribuzione dei redditi – rileva la Banca d’Italia - che, misurata dall’indice di Gini, è tornata in prossimità dei livelli prevalenti alla fine degli anni novanta del secolo scorso. È aumentata anche la quota di individui a rischio di povertà, definiti come quelli che dispongono di un reddito equivalente inferiore al 60 per cento di quello mediano. L’incidenza di questa condizione, che interessa perlopiù le famiglie giovani, del Mezzogiorno o dei nati all’estero, è salita al 23 per cento, un livello molto elevato”. - www.legautonomie.it

Prestito per la modernizzazione

 CDP e Team per la Trasformazione Digitale: al via prestito per la modernizzazione della PA

La trasformazione digitale degli Enti Locali si rafforza grazie alla collaborazione fra Cassa depositi e prestiti e il Team per la Trasformazione Digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, squadra - quest’ultima - impegnata nella realizzazione del nuovo “sistema operativo” del Paese, cioè dei componenti strutturali su cui costruire servizi più semplici ed efficaci tra Pubblica Amministrazione, cittadini e imprese.CDP mette a disposizione un prestito ordinario a cui possono accedere tutti gli Enti Locali per finanziare le spese di investimento legate all’attuazione del “Piano Triennale per la Trasformazione Digitale della Pubblica Amministrazione”. La presentazione delle domande potrà essere effettuata on line, riducendo i tempi per l’istruttoria dei prestiti e garantendo rapidamente la messa a disposizione delle risorse finanziarie destinate alla realizzazione degli investimenti.Cassa depositi e prestiti rafforza il suo ruolo di operatore chiave a supporto degli Enti locali impegnandosi a promuovere il nuovo prestito sul territorio attraverso una serie di incontri ed eventi organizzati insieme al Team per la Trasformazione Digitale.

Fabio Gallia, Amministratore delegato di CDP, ha commentato: "Digitalizzare la pubblica amministrazione italiana non è solo un obiettivo che condividiamo con il Team Digitale, ma anche una necessità dettata dalla trasformazione tecnologica e culturale che coinvolge cittadini, organizzazioni e imprese. Per sostenere questo processo di cambiamento, CDP ha ampliato la propria offerta di strumenti per gli Enti Locali che, investendo in innovazione, saranno in grado di offrire ai loro utenti servizi più accessibili ed efficienti".

Diego Piacentini, Commissario Straordinario per l’attuazione dell’agenda digitale: “La Trasformazione Digitale della Pubblica Amministrazione richiede un approccio collaborativo e l’impegno di Cassa depositi e prestiti rispecchia l’esistenza di questo gioco di squadra.

Grazie allo strumento finanziario di CDP i Comuni potranno trovare un importante supporto per realizzare gli investimenti sulla base delle indicazioni contenute nel Piano”. - www.legautonomie.it

I contributi per la sicurezza

La legge di bilancio 2018 (comma 853) stanzia, per il triennio 2018-2020, contributi per investimenti in opere pubbliche di messa in sicurezza degli edifici e del territorio (compresi progettazione, Iva e spese tecniche), riservati ai comuni che non abbiano beneficiato delle erogazioni a valere del "Bando periferie”. Il contributo viene assegnato prioritariamente agli enti con minore disponibilità di avanzi di amministrazione e quindi meno in grado di usufruire di maggiori spazi finanziari concessi con i patti nazionali e regionali.
I contributi sono quantificati nel limite complessivo di 150 milioni di euro per l’anno 2018, di 300 milioni di euro per l’anno 2019 e di 400 milioni di euro per l’anno 2020. Ciascun comune può richiedere il contributo per una o più opere, per unimporto massimo di 5.225.000 euro complessivi.
In sostanza, il criterio indicato per l’assegnazione dei contributi è complementare rispetto a quello previsto per l’assegnazione degli spazi finanziari nell’ambito delle redistribuzioni di spazi nazionali e regionali che privilegiano la maggiore incidenza del fondo cassa rispetto all’avanzo di amministrazione. La priorità previsto per i contributi agli investimenti, invece, favorisce quegli enti che non avendo avanzi da sbloccare o margini di debito aggiuntivi non possono utilizzare eventuali spazi finanziari aggiuntivi.
I requisiti di accesso al contributo sono: l’esistenza di un CUP valido; l’inclusione dell’opera in uno strumento di programmazione quale, ad esempio il piano triennale delle opere pubbliche, il bilancio di previsione e il DUP; la non sovrapposizione con altri contributi per la medesima opera; l’avvenuta trasmissione alla BDAP (Banca dati delle Amministrazioni pubbliche) del rendiconto 2016 e dei relativi allegati, ad eccezione dei Comuni colpiti dal sisma Centro Italia, per i quali i termini di trasmissione alla BDAP sono sospesi e vale – ai fini dell’inserimento in graduatoria – l’ultimo certificato consuntivo trasmesso al Ministero dell’Interno. Inoltre non sono ammesse le richieste di contributo relative ad interventi per i quali, alla data di presentazione, i lavori siano già stati affidati o siano già in corso.
Il termine per la richiesta dei contributi relativi all’anno 2018 è scaduto il 20 febbraio scorso e ha visto la partecipazione di numerosissimi enti. Hanno risposto al bando oltre 4mila Comuni, con 10 mila progetti, per oltre 7 miliardi di euro di richiesta di finanziamenti.
Le attività ministeriali di verifica e di determinazione della graduatoria sono in corso e il decreto ministeriale di assegnazione è previsto a ridosso della scadenza di legge (31 marzo p.v.). Appare pertanto tecnicamente impossibile il rispetto del termine del 31 marzo p.v. per l’effettuazione delle eventuali variazioni agli strumenti di programmazione, termine che il Ministero dell’Interno ha indicato nelle FAQ a suo tempo pubblicate.
Come già segnalato da Anci e Ifel nei giorni scorsi, gli enti che risulteranno beneficiari del contributo potranno effettuare le eventuali necessarie variazioni per il corretto inquadramento dell’opera negli strumenti di programmazione (piano delle opere pubbliche e bilancio di previsione) successivamente al 31 marzo, nel corso dell’iter di approvazione del bilancio, oppure attraverso un’apposita successiva variazione. Dell’avvenuta variazione deve essere data comunicazione allo stesso Ministero.
 
È opportuno ricordare che il contributo è erogato a fondo perduto e senza alcun requisito preliminare in ordine al livello di progettazione (se non la mera inclusione in strumenti programmatori comunali). Tuttavia la legge prevede che l’affidamento dell’opera debba avvenire entro otto mesi decorrenti dalla data del decreto di assegnazione del contributo, a pena di revoca del beneficio.
La massiccia risposta al bando rivela la grande sproporzione tra le risorse messe a disposizione dalla legge di bilancio 2018 ed il fabbisogno espresso dai Comuni. Appare evidente che lo strumento del contributo diretto copre un aspetto del fabbisogno di risorse per opere pubbliche locali – che andrà meglio studiata sulla base dei dati definitivi – molto rilevante e alternativo alla richiesta di spazi finanziari tipica degli enti che per l’utilizzo di risorse proprie necessitano di allargamenti dei vincoli finanziari.
La contribuzione diretta agli investimenti locali, anche sulle opere di taglio piccolo e medio, appare quindi un fattore cruciale per assicurare una migliore distribuzione territoriale degli interventi, in particolare a favore delle aree interne ad alto fabbisogno di interventi di messa in sicurezza e meno dotate di mezzi finanziari propri. Il primo risultato del contributo costituisce quindi una spinta, che auspichiamo sia raccolta da Governo e Parlamento, ad intervenire per aumentare le risorse stanziate per il prossimo biennio 2019-2020, fin dalla prossima scadenza di ottobre 2018. (com/ef) - da www.anci.it

I limiti delle assunzioni nelle partecipate

ercole1Nota dell’Anpal sulle possibilità assunzionali delle società a controllo pubblico.

Documenti e note sull'argomento sono disponibili, per gli Associati, nel menù: Gestione dell'ente-Personale

Immodificabilità nella composizione di una Rti

stazione2Il Tar si è pronunciato sull’immutabilità soggettiva del raggruppamento temporaneo d’impresa.

Notizie e documenti sull'argomento sono disponibili, per i soli Associati, nel menù: Gestione dell'ente-Appalti, Trasparenza e Anticorruzione

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