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La nuova ipotesi di CCNL firmato

efficienza1Si è chiuso il 21 febbraio il contratto del comparto delle funzioni locali. Dopo nove anni arriva una buona notizia per i dipendenti di Regioni, Province, Comuni, Camere di Commercio, enti e agenzie regionali

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Il piano finanziario e i fabbisogni standard

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Nota di approfondimento dell’Ifel alle Linee guida interpretative comma 653, art. 1, L.147/13.

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La rotazione nei settori speciali

rotazione2Il Tar si è pronunciato sull’applicazione del principio di rotazione, in particolare nei settori speciali.

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L'indice di percezione della corruzione

meta1 Quest’anno l’Indice di Percezione della Corruzione di Transparency International sembra darci una buona notizia.

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La rotazione dei dirigenti

Com’è noto la rotazione degli incarichi dirigenziali si pone come misura anticorruzione volta ad evitare il consolidarsi, in aree a rischio, di situazioni idonee ad incidere negativamente sulla corretta gestione amministrativa. Salvo poche posizioni, per lo più concentrate a livello di amministrazione centrale, tale situazione non trova riscontro nell’organizzazione giudiziaria.

La Corte dei Conti, muovendo da un’interpretazione particolarmente rigorosa ed eccessivamente penalizzante per la dirigenza, soprattutto in presenza di buoni risultati, ha sostenuto tuttavia che, in considerazione sia del disfavore manifestato dal legislatore nei confronti della prolungata permanenza dei dirigenti pubblici negli incarichi conferiti che dell’esigenza di assicurare la parità di trattamento e le legittime aspirazioni degli interessati, la previsione della rinnovabilità dell’incarico deve comunque incontrare limiti nella ragionevole durata dello stesso. Ha affermato quindi che l’ulteriore proroga dell’incarico, in assenza di selezione comparativa, si pone in contrasto con i principi di trasparenza e neutralità nelle procedure di assegnazione degli incarichi dirigenziali e con l’esigenza di evitare la cristallizzazione degli incarichi.

Ciò posto, CGIL, CISL e UIL, pur non essendo pregiudizialmente contrarie alla rotazione degli incarichi dirigenziali, che anzi può essere strumento per l’accrescimento delle competenze, hanno chiesto:

– che venga salvaguardata l’esigenza di una durata ragionevole dell’incarico, che consenta al dirigente di perseguire, con continuità, gli obiettivi assegnati (ad esempio, allungando a quattro anni la durata dell’incarico) e di assicurare il buon andamento e la continuità dell’azione amministrativa;

– di definire in modo chiaro e trasparente i criteri di rotazione, seguendo un percorso diverso da quello che ha interessato di recente alcuni dirigenti. Sotto tale profilo si rende necessaria un’adeguata programmazione nel conferimento degli incarichi dirigenziali nell’ottica di garantire continuità dell’azione amministrativa e certezza delle situazioni giuridiche. Al dirigente deve essere comunicato con ragionevole anticipo (almeno sei mesi prima) l’intenzione di non procedere al rinnovo dell’incarico in modo da porlo in condizione di partecipare tempestivamente agli interpelli, da pubblicare con cadenza semestrale, né può escludersi aprioristicamente la possibilità, all’esito della procedura di interpello, di conferire al dirigente non rinnovato l’incarico in precedenza ricoperto;

– di ridurre al minimo le ricadute dal punto di vista logistico ed economico per il dirigente non rinnovato (il nuovo incarico dovrà essere preferibilmente equivalente a quello precedente).

L'arrivo del nuovo Ccnl

“Dopo dieci anni, 470.000 dipendenti di Regioni, Province, Comuni e Camere di Commercio hanno un nuovo contratto nazionale. Arriva, finalmente, un incremento stipendiale che da troppo mancava per il personale delle autonomie locali. Come presidente del Comitato di settore degli Enti locali, esprimo grande soddisfazione per aver visto accolte le proposte contenute nell’Atto di indirizzo”. Così il vicepresidente Anci, nonché presidente del Comitato di settore, Umberto Di Primio, sindaco di Chieti. “L’obiettivo dichiarato era quello di semplificare le norme, gratificare anche economicamente i lavoratori, premiare chi si assume maggiori responsabilità, riconoscere le specificità professionali, aiutare i piccoli Comuni, affermare una maggiore autonomia organizzativa degli Enti. In materia di concertazione decentrata, aver chiarito le modalità di finanziamento della parte variabile del fondo -  sottolinea Di Primio - eviterà che personale e sindaci debbano sottostare alle diverse interpretazioni degli ispettori del MEF. Importante è anche l’aumento che il personale vedrà sulla propria busta paga. Dopo che sono cadute nel nulla le richieste dell’Anci al Governo perché vi fosse una erogazione di maggiori fondi per i Comuni, così che ogni ente potesse più agevolmente gestire l’incremento stipendiale, è necessario assicurare la tenuta finanziaria del nuovo contratto. Anci  auspica, proprio per dare una risposta alle criticità di molti bilanci, che vi sia libertà, per i Comuni, di utilizzo degli accantonamenti degli anni scorsi, anche ai fini del saldo di competenza 2018.

“Si deve anche avere dal Governo un definitivo chiarimento – prosegue il vicepresidente Anci – vista la posizione discordante di alcune sezioni regionali della Corte dei Conti, circa le possibilità di utilizzare, da parte degli Enti in disavanzo, gli accantonamenti degli anni scorsi al fine di coprire l’aumento contrattuale. I Comuni hanno sempre più bisogno di dare risposte in merito alle aumentate competenze. Comitato e Anci salutano la possibilità di destinare un premio in termini economici a chi decide di assumersi maggiori responsabilità, ampliando le attività legate al conferimento delle posizioni organizzative con delega alla firma di atti che abbiano il crisma del provvedimento finale avente rilevanza esterna.

“Sempre in tema di maggiore efficacia ed efficienza delle attività dei Comuni, per sopperire alla carenza di figure apicali e alla mancanza stessa di personale che, a causa del blocco delle assunzioni che, in questi anni, ha afflitto soprattutto i piccoli Comuni, si è previsto che le posizioni organizzative possano essere conferite anche al personale di categoria C.

“Il contratto, infine, contiene anche lo storico riconoscimento delle funzioni della Polizia Locale che norma in un’apposita sezione contrattuale e la valorizzazione di professionisti quali gli avvocati e i giornalisti degli Enti, mai considerati, che, su specifica indicazione del Comitato, ha trovato albergo nel nuovo contratto. Per quanto riguarda la Polizia Locale, parte integrante del sistema della sicurezza urbana, circa 60mila agenti potranno beneficiare, come le altre categorie cui viene riconosciuta una indennità di funzione, della revisione degli importi della stessa grazie all’accorpamento di rischio, disagio e maneggio valori. La vera valorizzazione del personale in forza alla Polizia Locale – sottolinea Di Primio – passa anche attraverso il riconoscimento di una specifica indennità legata alle professionalità e parametrata sia alle responsabilità del grado sia alle mansioni legate ai servizi operativi.

“Questo traguardo, che, comunque, ci vede soddisfatti, è il primo che il sistema dei Comuni intende raggiungere. Davanti a noi abbiamo quello delle maggiori autonomie e responsabilità nella determinazione del salario accessorio e nel suo utilizzo al fine di incentivare capacità e merito delle donne e degli uomini che ogni giorno, insieme ai sindaci e agli amministratori, alzano le saracinesche del più grande erogatore di servizi del Paese: il Comune”.. - www.anci.it

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