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La legittimazione al ricorso di un non partecipante

ricorso1Il Tar si è pronunciato sulla legittimazione al ricorso di un operatore economico non partecipate alla gara.

Notizie e documenti sull'argomento sono disponibili, per i soli Associati, nel menù: Gestione dell'ente-Appalti, Trasparenza e Anticorruzione

La Tosap anche per le grotte

grotta1La Ctr si è pronunciata sulla tassabilità delle grotte, anche a uso comune.

Notizie e documenti sull'argomento sono disponibili (per gli Associati) nel menù: Gestione dell'ente-Fiscalità Locale

Lo scioglimento per infiltrazioni mafiose e le dimissioni dei consiglieri

antimafia2Il Consiglio di Stato è intervenuto sui presupposti di legge e sulla discrezionalità dello scioglimento di un comune per infiltrazioni mafiose.

Note e documenti ulteriori sull'argomento della notizia sono disponibili nel menù: Gestione dell'ente-Appalti, Trasparenza e Anticorruzione

L'irregolarità contributiva dopo l'aggiudicazione

durc2Il Tar si è pronunciato sull’irregolarità contributiva accertata in corso di gara e dopo l’aggiudicazione.

 

La nota è consultabile, insieme a una lunga serie di altri documenti sull'argomento, nel menù: Gestione dell'ente-Finanza Locale

Gli appalti pubblici e la trasparenza

La scorsa settimana, diversi giornali hanno pubblicato interviste e approfondimenti su un tema che ci vede coinvolti in prima fila: quello degli appalti. Si è parlato molto delle intenzioni del neo-governo di riformare il Codice degli Appalti e di ripensare il ruolo di ANAC, con – sembrerebbe – una nuova parola d’ordine: privatizzazione.

Grazie al progetto Integrity Pacts: Civil Control Mechanisms for Safeguarding EU Funds stiamo seguendo due appalti con i quali ci siamo “sporcati le mani”, monitorando le diverse fasi allo scopo di rendere più trasparente l’intero processo. Ci siamo quindi addentrati nel tema non più solo sotto un profilo teorico, ma siamo andati a vedere nel dettaglio come si svolge un appalto pubblico, nel concreto.

In questo lavoro ci affiancano diversi esperti in materia di appalti pubblici e abbiamo voluto fare a loro alcune domande per cercare di fare chiarezza sul tema.

Si parla spesso di lavori che vanno a rilento per colpa dell’eccessiva burocrazia e dei controlli. È così?

Il problema della lentezza dei lavori, a mio avviso, non è dovuto all’eccesso di controlli e burocrazia, ma alla inadeguatezza ed impreparazione di gran parte dei nostri Enti Locali. Il nuovo Codice prevedeva giustamente la qualificazione delle Stazioni Appaltanti e la loro aggregazione in Centrali di Committenza, proprio per ridurne il numero ed aumentare la professionalità; purtroppo ad oggi non è ancora stato emanato il decreto attuativo per la qualificazione.

Il Codice degli Appalti ha bloccato davvero la pubblicazione dei bandi di gara, arrestandone l’aggiudicazione?

Un periodo di assestamento, dopo l’entrata in vigore del nuovo Codice è naturale e fisiologico, ma il problema della riduzione degli appalti di lavori è piuttosto dovuto ad una contrazione degli investimenti ed alla incapacità di programmazione e di progettazione di molti Enti Locali.

I dati resi noti da ANAC nella Relazione annuale 2017 pubblicata lo scorso 14 giugno rilevano una forte ripresa del mercato degli appalti (+36% rispetto al 2016), particolarmente netta per servizi e forniture, più contenuta per i lavori.

Privatizzare gli appalti, quindi trasferire ai privati il controllo dei processi di affidamento e realizzazione delle grandi opere, con un meccanismo di “concessione” può davvero snellire il processo? Quali sono eventualmente le controindicazioni?

La normativa europea già lo prevede, in alcuni Stati UE è soluzione praticata, modelli (solo in parte) simili già esistono a livello nazionale. Le Concessioni sono uno strumento importante, che specialmente all’estero hanno funzionato e funzionano bene. In Italia invece sono state per molti anni la principale fonte di finanziamento occulto dei partiti politici e hanno comportato aumenti assurdi dei costi di realizzazione delle opere.

Bisogna dire che si tratta di un tema complesso. Si consideri anche solo questa ipotesi: in alcune Regioni italiane potrebbe essere una soluzione rischiosa a causa dei noti problemi di legalità, al contempo però potrebbe essere una soluzione che permette di superare limiti e inefficienze dell’amministrazione facendo funzionare meglio il mercato

Si parla anche di subappalti e della possibilità di togliere il tetto del 30% oppure di elevarlo. Quali sarebbero i rischi o i benefici?

La liberalizzazione del subappalto non è necessariamente un vantaggio per il mercato dei lavori pubblici. L’attuale normativa è forse troppo restrittiva, ma in passato lo strumento è stato utilizzato in modo improprio ed eccessivo, per cui potrebbe essere opportuno mantenere un forte controllo sul suo utilizzo.

Ad ogni modo su questo tema possiamo solo applicare congetture e per evitare di procedere in questo modo avremmo bisogno di capire, disponendo di dati, quali benefici e/o svantaggi deriverebbero dall’eventuale ‘liberalizzazione’ del mercato, scelta già operata in altri ordinamenti degli Stati membri.

Quali sono secondo voi le misure da prendere per un’efficace azione di anti-corruzione sugli appalti pubblici?

Professionalizzazione delle stazioni appaltanti, sistemi di monitoraggio semi-automatizzati, mercato elettronico, monitoraggio civico; bene il processo avviato di qualificazione delle stazioni appaltanti.

La Pubblica Amministrazione deve recuperare il ruolo di garanzia e di controllo che le compete, formando i propri funzionari e qualificandosi per diventare Stazione Appaltante; riducendo drasticamente il numero delle stazioni appaltanti sarà più facile monitorare il loro lavoro e prevenire la corruzione e l’infiltrazione della malavita organizzata. Si dovrebbe poi superare il sistema delle SOA (certificazione obbligatoria per la partecipazione a gare d’appalto) che talvolta sono diventate strumento per il controllo degli appalti e prevedere, come succede in tutto il mondo, la qualificazione diretta in sede di gara, grazie ai sempre più potenti sistemi informatici che possono garantire in tempo reale, la verifica dei requisiti dei partecipanti alla selezione. - Trasparency International Italia

Gli interventi per gli enti locali

Nella prospettiva di un più ampio confronto con il Governo sui principali interventi di carattere finanziario ed ordinamentale, chiediamo di accelerare l’adozione delle misure urgenti che assicurino un’ordinata gestione finanziaria dell’esercizio corrente e ci aspettiamo che le proposte trasmesse dall’Anci alla Presidenza del Consiglio trovino recepimento”. Lo afferma Guido Castelli, sindaco di Ascoli Piceno, delegato Anci per la Finanza locale e presidente Ifel.

“E’ prioritario un intervento che riduca l’eccessiva onerosità degli adempimenti della contabilità economico-patrimoniale e del bilancio consolidato, che devono essere anzitutto resi facoltativi per i piccoli comuni. All’elevato sforzo amministrativo – ha spiegato Castelli – non corrisponde un effettivo arricchimento conoscitivo, che riteniamo già soddisfatto dalla nuova contabilità finanziaria. Deve inoltre essere previsto almeno un quadriennio di sperimentazione al fine di adottare gli eventuali correttivi necessaria per la messa a regime del nuovo sistema contabile.

“E' altresì urgente un intervento chiarificatore sulle modalità di applicazione dell’imposta sulla pubblicità in seguito alle incertezze prodotte da alcuni interventi legislativi e dalla sentenza della Corte Costituzionale n. 15/2018. Vanno poi rivisti i criteri per l’accesso ai contributi agli investimenti di cui all’art.1 c. 853 della legge di bilancio 2018, mai concordati con Anci, e prorogato il termine per la presentazione delle domande relative al 2019, attualmente in scadenza al 20 settembre. Vanno introdotti sin d’ora dispositivi finalizzati alla ristrutturazione del debito locale che continua a pesare in modo abnorme su ampie fasce di comuni, soprattutto di medie e piccole dimensioni; servono misure di razionalizzazione delle procedure di riequilibrio finanziario, per facilitare il risanamento degli enti in difficoltà.

“Chiediamo infine un supplemento di attenzione – sottolinea il delegato Anci alla Finanza locale – sulle difficoltà degli enti del Centro Italia colpiti dagli eventi sismici del 2016. E’ in particolare avvertito il problema della carenza degli organici. In tale ottica è urgente che siano almeno prorogati i contratti a termine attivati nella fase emergenziale per fare fronte al processo di ricostruzione. Per gli enti terremotati ci attendiamo inoltre, in queste ore, l'emanazione del decreto ministeriale che proroga alcuni termini in scadenza il 31 luglio prossimo. Queste – conclude Castelli – sono le principali proposte contenute in un più ampio set di interventi che l’Anci ha già presentato al Governo. Si tratta per la gran parte di misure a costo zero, che consentirebbero di sistemare alcune questioni non risolte con la legge di bilancio e di assicurare una gestione finanziaria 2018 senza affanni, in attesa del confronto sui contenuti della legge di bilancio 2019.” da Ifel

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