Il patrimonio degli enti locali

All’interno di un interessante progetto di cooperazione transfrontaliera (DO.RE.MI.HE, finanziato con fondi comunitari e con il coinvolgimento di varie sedi universitarie), che ha riguardato essenzialmente la Sicilia – patrimonio dell’umanità -  e in particolare la città di Agrigento,  si è tentato di ridefinire contenuti e premesse di una creatività urbana. Con la consapevolezza che la Sicilia possa diventare un laboratorio  straordinario, capace di ricomporre il conflitto  tra società dinamica e ambiente a misura d’uomo, tra modernità e tradizione.
Nelle parole di Maurizio carta il territorio creativo  prevede tre fattori di  sviluppo umano sostenibile: cultura (che ad Agrigento  è una “risorsa che affonda le radici  nel palinsesto della storia della città”),  comunicazione (capacità di informare , divulgare e coinvolgere in tempo reale gli abitanti e i fruitori dei territori della cultura) e cooperazione (forma attiva della partecipazione, “nuova dimensione progettuale del cosmopolitismo mediterraneo”). Tutto ciò lo ricaviamo da un libro corposo e rilegato, pieno di contributi,  Patrimonio e creatività. Agrigento, la valle e il parco, a cura di Maurizio Carta (distribuito da Messaggerie, numero verde 800.804.900).
In particolare, tra i molti interventi, ci sembra suggestiva la proposta (vedi articolo di Anmdrea Bartoli, notaio appassionato ad architettura, design e rigenerazione urbana) di far diventare la Valle dei Templi di Agrigento un luogo simile ai Giardini  della Biennale di Venezia (che hanno  29 padiglioni di altrettanti paesi): dunque offrire alle nazioni del mondo  alcuni terreni della Valle dei Templi, non dentro la zona archeologica ma in quella ambientale e paesaggistica,  su cui costruire i loro padiglioni programmando una prima grande “Biennale del Buon Senso”, dove invitare i più importanti changemakers a trovare soluzioni praticabili per sconfiggere le nefandezze del pianeta. Solo così la città che ospita la Valle dei Templi, agli ultimi posti nella classifica delle città italiane per qualità della vita nel 2014, , possa essere la prima nel 2020. La eliminazione delle nefandezze è certo una utopia, ma abbiamo bisogno di utopie che possano ispirare la nostra azione. E poi non c’è luogo “filosoficamente”  migliore della Magna Grecia per riuscire a immaginarle. (flp) - da www.anci.it

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