Le criticità della riforma della dirigenza

“Insieme con le Regioni abbiamo chiesto e ottenuto il rinvio del parere sul decreto legislativo che disciplina la dirigenza pubblica negli enti locali. Ci sono ancora aspetti da rivedere, a partire dal fabbisogno di dirigenti che dovrebbe essere definito da un organismo sovracomunale, formato da Funzione pubblica e Ragioneria dello Stato. Riteniamo questa scelta inammissibile e assurda poiché lede e comprime l’autonomia organizzativa degli enti: non è pensabile che un organismo sovracomunale decida quanti dirigenti servono nel mio Comune”. Lo ha detto il vicepresidente Anci e delegato al Personale, Umberto Di Primio, al termine della Conferenza Unificata riunitasi oggi a Roma presso il ministero degli Affari regionali.
“Per decidere quanti dirigenti servono – ha spiegato Di Primio – bisogna basarsi su criteri quali la dimensione demografica o il rapporto rispetto ai dipendenti. Non possiamo far passare la logica di dover essere autorizzati nel momento che realizziamo la pianta organica dei nostri enti”. Inoltre per il sindaco di Chieti ci sono altre criticità da risolvere, come i dirigenti in disponibilità che, attualmente, hanno contratti di quattro anni più due. “Questo – ha detto – impedisce a chi subentra alla guida del Comune di scegliere in autonomia e seppure si decidesse di rimuovere il dirigente questo rimarrebbe a carico del bilancio del Comune rappresentando, di fatto, un altro impedimento rappresentato dell'aumento di spesa”. Infine, altro nodo da sciogliere per il delegato Anci riguarda la composizione della commissione che dovrebbe poi costituire l’albo dei dirigenti. “Nutriamo molte perplessità – ha rimarcato Di Primio – sia perché i Comuni non sono rappresentati in maniera adeguata sia perché all’interno di questa commissione ci sarebbero, tra gli altri, il presidente dell’Anac il segretario generale del ministero degli Esteri e il presidente della Conferenza dei rettori: con tutto il rispetto per queste figure, dubito che possano sapere come funziona la macchina organizzativa. Serve quindi un riequilibrio, affinché a scegliere siano figure in possesso di una conoscenza specifica sugli enti locali”. “Il governo – ha quindi concluso Di Primio – sembra disponibile a rivedere questi punti critici. Ci aggiorneremo nella prossima riunione del 20 ottobre auspicando ci siano i correttivi che abbiamo richiesto”. (ef) - da www.anci.it

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