Anci e la riforma tributaria locale

«Bisogna dare una risposta razionale che riguarda tutta la finanza locale e i Comuni devono partecipare a questa discussione anche per migliorare il livello di un dibattito che finora è stato più elettorale che finanziario». Alessandro Cosimi è del Pd, ma la sua è una riflessione da sindaco (amministra Livorno dal 2004) e da esponente di punta dell'Anci, come coordinatore delle associazioni regionali. E muovendosi su questo piano è una riflessione preoccupata, perché «questo continuo smarcarsi dalle tasse provoca una disaffezione profonda verso il tributo, di cui rischiano di doversi fare carico i Comuni in termini di ulteriori difficoltà di riscossione».

Il Governo ha promesso una riforma complessiva entro l'estate. Qual è secondo lei la prima urgenza?
Visto che si parla di Europa tutti i giorni, ma solo per il debito e per il deficit, si guardi anche per l'Imu che cosa si fa in Francia, Germania e in altri Paesi: ovunque c'è un collegamento fra prima casa e pagamento dei servizi locali, misurata in modo proporzionale con il valore dell'immobile, la ricchezza del territorio, il livello dei servizi e così via.

Ma tutta questa discussione per decollare davvero ha bisogno di una premessa.
Quale?
Ai Comuni la spending review assesta un nuovo taglio da 2,25 miliardi basato sul livello dei consumi intermedi: dopo due anni a lavorare sui costi standard, in pratica si prevede un taglio lineare del 10% che colpisce ovviamente i più virtuosi. Senza risolvere questo nodo non si va da nessuna parte, perché non è possibile tenere fermi sacrifici insostenibili mentre si posticipano in continuazione le entrate, sottoponendo i Comuni a una tensione finanziaria che può essere mortale.

Parecchi «spostamenti in avanti» hanno interessato anche la Tares, e ora si propone il suo accorpamento all'Imu in una tassa unica per i servizi locali. Che cosa ne pensa?
Anche qui c'è un problema legato al messaggio culturale che si vuol dare e al contesto europeo in cui dovremmo collocarci. In questa chiave l'obiettivo di alzare la raccolta differenziata mi pare ineludibile, perché con la politica delle discariche si paga meno ora, ma si scaricano tutti i costi sul futuro. Per raggiungere quell'obiettivo, però, servono sistemi premianti per chi innova e investe: riproporre la tassa unica dei servizi senza porsi questo problema mi sembra il sintomo di una scarsa riflessione sulle conseguenze. Anche per questo i Comuni devono essere subito chiamati a partecipare alla discussione.

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