I Comuni sulla Tasi

l decreto sugli enti locali (dal Salvaroma agli interventi per i Comuni in dissesto fino al rincaro Tasi) dovrebbe essere pubblicato dalla Gazzetta Ufficiale a breve. Sarà dunque evidente soltanto con la pubblicazione quale sarà il perimetro esatto della nuova Tasi, la tassa sui servizi indivisibili che, secondo quanto stabilito venerdì potrà aumentare dello 0,8 per mille.

Ma non è ancora chiaro se e come questo possibile aumento in capo ai Comuni potrà poi essere legato alle detrazioni. Almeno per le famiglie meno abbienti. Anche perchè tutta la partita da ora in poi dovrebbe essere a carico dei primi cittadini che, in un'ottica 'federalistà, stabiliranno chi dovrà pagare e quanto. E se per le seconde case (si potrebbe arrivare all'11,4) e gli immobili legati alla produzione, sono molte le voci di chi da per certa l'imminente 'stangata’, per le prime case si arriverebbe massimo al 3,3 per mille (meno dell'Imu), ma non è ancora chiaro chi potrà continuare a beneficiare dell'esenzione. Con un allarme che va diffondendosi tra le onlus che potrebbero ricevere trattamenti diversi a seconda di quale Comune sceglieranno come sede.

E si potrebbe profilare anche lo strano fenomeno della 'migrazione’ delle onlus. Un solo dato è al momento certo: 25 immobili della Chiesa a Roma, riconosciuti dai Patti Lateranensi, sono considerati esenti. Al momento sembrerebbe che tutti gli altri beni saranno sottoposti a tassazione. In ogni caso saranno poi Camera e Senato a 'disegnare’ nei dettagli il nuovo prelievo considerando anche che la prima scadenza, come per l'Imu, dovrebbe essere fissata al 16 giugno prossimo. Ci sono quindi 3 mesi di tempo. L'attenzione è comunque sempre alta al Mef sul tema risorse. Perchè oltre alla Tasi c'è da sciogliere il 'nodo’ cuneo con i famosi 10 miliardi che andrebbero, prevalentemente, a ridurre le tasse (Irap) alle imprese rilanciando l'occupazione (in una mossa 'a tenaglia’ insieme al varo del Job Act). E mentre Bruxelles si prepara mercoledì prossimo ad emettere una nuova 'pagella’ più dettagliata sugli squilibri macro italiani (debito in particolare), il ministro Pier Carlo Padoan prosegue al Tesoro la sua 'due diligence’ sui conti pubblici in stretto contatto con la Ragioneria generale. Oggi intanto il dato sul fabbisogno: dopo l'attivo del mese di gennaio il dato bimestrale torna in 'rosso’: a 13,3 miliardi, ma in linea con i primi mesi 2013. Il dato non è particolarmente significativo a inizio anno, ma si evidenzia un +8% per il gettito Iva sugli scambi interni. Inoltre, il dato fornito dall'Istat sarebbe meno drammatico delle previsioni fotografando un deficit (nonostante una crescita vista a -1,9%) che non sfora il 3% e un debito poco più basso delle previsioni. Segno che i conti pubblici hanno retto anche ad un anno 'nero’ come il 2013 con contrazioni record dei consumi. C'è ancora da vedere poi come andrà il dossier spending review. Il commissario Carlo Cottarelli è già pronto ad avanzare le prime proposte al comitato interministeriale che potrebbe essere convocato già al primo Cdm utile. E fioriscono le ipotesi su quanto si potrà risparmiare nel 2014. I più ottimisti parlano di 6-7 miliardi.

Infine, sulla webtax arriva un chiarimento dal presidente della commissione bilancio della Camera, Francesco Boccia: “Pare di capire che il Governo non abbia abolito nulla, ha tenuto il ruling (la tracciabilità, ndr) che frutta 137,9 milioni e ha deciso di cancellare solo l'obbligatorietà dell'Iva”.

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