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Linee guida su armonizzazione e patrimonio

case1Le regole di amministrazione degli enti locali introdotte a partire dagli anni novanta (a memoria Legge 142/90), riviste ed aggiornate costantemente per adattarle alla realtà economica mutevole, attribuiscono un ruolo centrale ai revisori professionisti, assunti come “organi”, soggetti indispensabili per una corretta gestione della cosa pubblica.

Notizie e documenti sull'argomento sono disponibili nel menù: Gestione dell'ente-Armonizzazione

Il licenziamento raggiunti limiti di età

pensione2Il licenziamento dei dipendenti pubblici che hanno raggiunto i limiti di anzianità deve essere sempre accompagnato da una motivazione, anche se è intervenuto nei periodi in cui le norme non lo prevedevano espressamente. Per rendere inattaccabile questa scelta, non è indispensabile un «atto generale di organizzazione interna» che inserisca la previsione dell’addio all’interno del regolamento dell’ente, ma è indispensabile una “giustificazione” esplici ta perché su questa si deve basare il giudizio sulla legittimità della scelta.

Notizie e documenti, sull'argomento, sono disponibili nel menù: Gestione del bilancio-Personale

Il flop della fatturazione elettronica

“Com’è possibile che a distanza di oltre un anno dall’introduzione della fatturazione elettronica la nostra Pubblica amministrazione non conosca l’ammontare complessivo dei debiti commerciali che ha accumulato nei confronti dei propri fornitori, visto che questo sistema dovrebbe permettere di controllare che tutti gli enti centrali e periferici paghino in 30 o massimo 60 giorni così come previsto dalla Direttiva Ue ?”

A chiederselo è il coordinatore dell’Ufficio studi della CGIA, Paolo Zabeo, che per conto dell’Associazione segue da anni la delicata vicenda dei mancati pagamenti da parte della  Pa.

“Il dato di partenza è il seguente – prosegue Zabeo – oggi lo Stato non ha una mappatura certa dei debiti a cui deve far fronte, nonostante sia obbligatorio per legge comunicare attraverso la piattaforma elettronica lo stock maturato alla fine di ogni anno entro il 30 aprile successivo. Inoltre, con l’introduzione della fatturazione elettronica, resa obbligatoria a partire dal 31 marzo 2015 a tutte le aziende che hanno rapporti commerciali con la Pa, il Governo si era posto l’obbiettivo di rendere trasparente e immediato il rapporto tra le parti, ma, soprattutto, di fornire un riscontro immediato dell’impegno economico preso dallo Stato nei confronti dei propri creditori. Dopo più di un anno, invece, non c’è ancora un dato ufficiale; l’indagine campionaria eseguita dalla Banca d’Italia, indica che la Pa, al 31 dicembre 2015,  sarebbe debitrice nei confronti dei propri fornitori per 65 miliardi di euro, 35 dei quali riconducibili a fatture emesse da moltissimo tempo. Una stima, tengono comunque a precisare i ricercatori di via Nazionale, caratterizzata da un grado di incertezza non trascurabile e, pertanto, poco attendibile”.

Alla luce di tutto ciò, alla CGIA sorge un dubbio: “Che attendibilità può avere un debitore, in questo caso lo Stato, se non conosce nemmeno l’ammontare complessivo delle risorse che deve ai propri creditori, nonostante possa monitorare lo stato di avanzamento dei pagamenti con la piattaforma informatica ?”

Oltre a segnalarci che al 31 dicembre 2015 il nostro debito complessivo era di 65 miliardi di euro,  i dati emersi dall’indagine campionaria della Banca d’Italia sottolineano che l’anno scorso i tempi medi di pagamento della nostra Pa sono stati pari a 115 giorni, una soglia molto superiore rispetto ai termini previsti dalla Direttiva Ue che impone tempi compresi tra 30 e 60 giorni.

E a ricordarci che la situazione rimane ancora molto delicata è la mancata chiusura  della procedura di infrazione dell’Ue scattata contro il nostro Paese  nel giugno del 2014 per la violazione della direttiva europea sui ritardi di pagamento entrata in vigore nel 2013.

“Oltre a non pagare entro i tempi stabiliti dalla direttiva Ue – segnala il segretario della CGIA Renato Mason – Bruxelles ci ha comminato questa infrazione anche perché molti enti utilizzavano dei contratti dove venivano applicate delle cifre dovute agli interessi significativamente inferiori al limite imposto dalla direttiva, cioè il tasso di riferimento Bce aumentato dell’8 per cento. In altri casi ancora, c’era il malcostume, spesso ricorrente ancora adesso, di posticipare i report d’avanzamento dei lavori e di conseguenza ritardare i pagamenti.

E sebbene gli ultimi 3 Esecutivi che si sono succeduti in questi ultimi anni abbiano messo a disposizione più di 56 miliardi di euro per abbassare lo stock, lo smaltimento dei debiti nel nostro Paese rimane ancora un problema irrisolto.”

Nell’ Ue, infatti, nessun altro paese conta un ammontare complessivo del debito per acquisti di beni e servizi (cioè la quota di debito  riferibile  solo alla parte corrente) come il nostro. I dati Eurostat del 2015, anche questi provisori e frutto di stime, indicano che in Italia i debiti commerciali della Pa riconducibili alla parte corrente (non include la quota in conto capitale) ammontano a 49 miliardi di euro, in Germania a 35,1, in Francia a 26,4, in Spagna 14,6 e in Olanda a 5,4.

“A fronte di 154,5 miliardi di debiti complessivi di parte corrente in capo a tutte le Pa dei paesi dell’area dell’euro – conclude Mason – la quota italiana incide per circa un terzo. Un primato che non ci fa onore e ci relega in coda alla graduatoria per la Pa peggiore pagatrice d’Europa”. CGIA MESTRE

Le osservazioni dei comuni sul codice degli appalti

Al fine di agevolare i Comuni in merito alle novità contenute nel nuovo Codice degli appalti, entrato in vigore lo scorso 19 aprile, il segretario generale Anci, Veronica Nicotra, ha inviato una lettera ai sindaci in cui si chiede di segnalare le criticità individuate nella nuova normativa, in modo da permettere agli uffici Anci di esaminarle e di agevolarne l’interpretazione.

“Le novità ordinamentali contenute nel nuovo Codice – scrive infatti Nicotra – impattano fortemente sulle scelte organizzative e gestionali delle amministrazioni” per questo, in vista della “complessa fase di attuazione delle disposizioni più significative della riforma che rinvia a circa quaranta decreti attuativi e linee guida Anac, l’Anci supporterà i Comuni in un’azione di costante informazione e aggiornamento” così da affiancare le amministrazioni e garantire “la massima operatività della nuova disciplina all’interno delle amministrazioni”.

Per assolvere a questa funzione di sostegno ai Comuni, l’Associazione ha quindi attivato l’indirizzo mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. a cui i sindaci, e il personale comunale dedicato, possono fare riferimento per inviare segnalazioni, domande e chiarimenti.

“Una revisione normativa così imponente e complessa – rimarca ancora il segretario generale Anci – deve essere adeguatamente e costantemente accompagnata dalla soluzione delle criticità rilevate” poiché una tale riforma “non può non mettere al centro della sua attenzione il ruolo di Comuni e Città metropolitane”. E affinché si favorisca “la ripresa degli investimenti e la realizzazione di opere pubbliche” – rimarca e conclude Nicotra – il nuovo Codice deve rappresentare “occasione e sostegno” per le amministrazioni e non strumento di “ostacolo o rallentamento”.

Tramite lo stesso account mail, infine, gli uffici Anci terranno costantemente informate le amministrazioni comunali sia sugli esiti delle segnalazioni che sugli interventi correttivi segnalati dai sindaci. (ef) - da www.anci.it

 

Le consultazioni Anac sul nuovo codice degli appalti

scale1L’ANAC ha, recentemente, pubblicato un fascicolo contenente le osservazioni relative alle linee guida: “Il Direttore dei Lavori: modalità di svolgimento delle funzioni di direzione e controllo tecnico, contabile e amministrativo dell’esecuzione del contratto (art. 111, comma 1, del Codice)”, pervenute entro la scadenza del 16 maggio scorso.

Sul tema del codice degli appalti Asfel ha predisposto interessanti proposte formative di elevata qualità, che puoi consultare qui.

Notizie e documenti sull'argomento sono disponibili nel menù: Gestione dell'ente-Appalti, Trasparenza e Anticorruzione

La parità di genere nelle giunte comunali

rosa1Dopo le elezioni amministrative del 5 giugno, i Sindaci neo eletti saranno chiamati a nominare i componenti delle giunte comunali. Si ripropone il tema del rispetto delle norme che impongono le "quote rosa" all'interno dell'organo esecutivo.

La notizia è inserita nella newsletter giornaliera che è inviata agli Associati, che possono consultarla, inoltre, nel menù: Newsletter- News giornaliera

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