Le fusioni tra comuni
Tra il mese di dicembre 2013 ed il febbraio 2014, cioè in poco più di due mesi, la geografia amministrativa dei Comuni italiani è significativamente cambiata riportando il loro numero a quello del 1971. È quanto rileva Walter Tortorella, direttore del Centro documentazione e studi Comuni Italiani (Cdsc). “Se in termini quantitativi il dato può apparire scarsamente rilevante, essendo passati da 8.092 a 8.058, in termini di 'public choice’ è sintomatico di un livello di governo (quello locale) che, attraversato da decenni di riforme incompiute oscillanti tra neocentralismo e federalismo all'italiana, sta mutando - spiega Tortorella - al fine di evitare di incappare in una deriva decadentistica espressione dell'immobilismo burocratico che stiamo vivendo”.
La compressione del numero dei Comuni è dovuto al nuovo e inedito impulso delle fusioni. “Tra la fine del 2013 e febbraio 2014, ci troviamo di fronte complessivamente a 25 fusioni tra 59 Comuni, che hanno portato ad un'inevitabile quanto storica compressione dell'universo delle amministrazioni comunali italiane”, aggiunge. Rispetto al passato, secondo Tortorella, “il ricorso alle fusioni da parte dei Comuni se non proprio sospirato, appare come una delle possibili soluzioni ai problemi di finanza locale sempre più ricorrenti”.