La ghigliottina sul decreto Imu

La seconda rata dell’Imu non si dovrà pagare per il rotto della cuffia. Il rischio che l’odiato balzello andasse comunque versato è stato scongiurato dalla decisione della presidente della Camera, Laura Boldrini, di porre la cosiddetta tagliola o ghigliottina sul decreto Imu-Bankitalia. Ciò ha consentito di passare direttamente alla fase della votazione finale del provvedimento.

Il termine ultimo per votarlo erano le 23.59 di martedì. Senza la tagliola, applicata per la prima volta nella storia della Camera, la norma sarebbe decaduta a causa dell’ostruzionismo dell’M5s, che aveva chiesto invano – a causa del parere contrario del governo – lo scorporo dalla norma che rivaluta la quote di Bankitalia detenute dalle banche italiane. Durante e al termine della votazione, è stato il caos in Aula. Alcuni deputati grillini si sono gettati sui banchi del governo, altri hanno protestato con de fischietti, altri ancora con dei bavagli. Intanto, i parlamentari di Forza Italia lanciavano monete di cioccolato.

In ogni caso il decreto è passato con 236 sì e 209 no. Sono quindi esenti dal pagamento della seconda rata gli immobili di proprietà ad uso prima abitazione (sono esclusi gli edifici di lusso); le case coniugali assegnate al coniuge a seguito di provvedimenti legali che comportino la separazione, l’annullamento del matrimonio o la cessazione dei suoi effetti; i terreni rurali posseduti e coltivati da coltivatori diretti; i fabbricati rurali ad uso strumentale.

Per i contribuenti che ancora non lo avessero fatto, invece, è ancora possibile pagare la mini Imu sulle prime case con ridotte sanzioni. Il termine ultimo era il 24 gennaio ma è ancora possibile versare l’importo dovuto (entro 14 giorni dalla scadenza) con una lieve maggiorazione. Il tributo è stato pagato in circa 2.400 Comuni in cui l’aliquota base del 4 mille è stata aumentata fino al massimo del 6. Il governo aveva, infatti, stabilito che il 40% di tale aggravio fosse messo in carico al cittadino.

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