L'intervento del governo sulla casa

Governo ancora al lavoro sulla casa. L'anno nuovo si è aperto con molte questioni del 2013, ancora tutt'altro che chiuse, a partire dalla Iuc, imposta introdotta dalla legge di stabilità che racchiude insieme la vecchia Imu e le nuove Tasi e Tari. Il problema numero uno è quello delle aliquote sulle quali il Tesoro è al lavoro in queste ore a stretto contatto con l'Anci. Per assicurare ai Comuni, e ai cittadini, che l'imposta sugli immobili non peserà più dell'Imu, assicurando comunque alle amministrazioni municipali le entrate necessarie ai bilanci locali, l'esecutivo dovrà fare in modo che l'aliquota fissata dalla legge per la Tasi al 2,5 per mille per le abitazioni principali possa alzarsi fino a un tetto massimo del 3,5 per mille (11,6 per mille per le seconde case). Solo così infatti i Comuni potranno garantire le stesse detrazioni consentite con l'Imu nel 2012, a favore di famiglie numerose e svantaggiate.

Il costo dell'operazione, secondo le stime dell'Anci, si aggirerebbe intorno a 1,5 miliardi (1,3 secondo il governo), copribili appunto con un aumento dell'aliquota dell'uno per mille. «All'interno dell'Anci - dichiara Alessandro Cattaneo, vicepresidente dell'Associazione e sindaco di Pavia - ci sono posizioni diverse ed esprimeremo una linea ufficiale dopo il prossimo Ufficio di presidenza, che servirà naturalmente anche a giudicare la proposta messa in campo dal Tesoro».

La semestralità dei pagamenti, aggiunge l'amministratore lombardo, «può anche andare, ma personalmente auspico che il governo faccia una scelta su aliquote quanto più basse possibile, aprendo a quel punto la discrezionalità dei Sindaci ad aumentarle, trovandoci così di fronte a uno scenario caratterizzato da una forbice ampia». «Il governo - ha assicurato ufficialmente il ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni confermando le notizie circolate in questi giorni - nei prossimi giorni interverrà sulla materia. Penso che una valida opzione potrebbe consentire ai sindaci di aumentare l'aliquota massima, e trovare così le risorse per garantire le detrazioni a vantaggio delle fasce più deboli». Quello che si sta decidendo in queste ore è proprio con quale strumento intervenire e quali tempi consentire a Comuni e proprietari per il pagamento delle rate della tassa, ipotizzando anche uno spostamento.

La soluzione più semplice sarebbe quella di far confluire la soluzione nel dl Imu-Bankitalia, che dopodomani arriverà in Aula al Senato, come emendamento del governo. La decisione spetta però in questo caso a Palazzo Chigi che potrebbe anche eventualmente optare per un intervento per decreto. Con l'Anci il Tesoro sta quindi valutando anche le scadenze, sulle quali si è già creata molta confusione. Il tema è ancora in corso di approfondimento da parte dei tecnici delle due parti, ma i Comuni potrebbero essere lasciati liberi di decidere in autonomia le date, mantenendo solo l'indicazione di due rate semestrali. In attesa del provvedimento, monta intanto la protesta di Confedilizia, secondo la quale la casa viene per l'ennesima volta spremuta a favore degli enti locali. «La tassazione immobiliare - lamenta l'associazione dei costruttori - supera già i due punti di Pil. Se i Comuni hanno davvero bisogno, come dicono, di altri soldi, Governo ed Enti locali possono anche guardare al di là della comoda tassazione di case ed opifici»

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